venerdì 24 agosto 2012

Incendio di Positano, il cuore della montagna batterà ancora


Quest’immagine scattata da Raffaele VEP di Antonio di Castagnone nella sua casa, forse rappresenta l’emblema di quello che l’incendio voleva distruggere, un mondo che sicuramente non tornerà come prima se non tra molto tempo forse, se il clima non continua ad essere cosi secco.
L’incendio, probabilmente doloso, ha distrutto buona parte del bosco di Castagnole ( o Castagnone alla paesana, sulla montagna che domina Positano nelle vicinanze di Montepertuso ) la vecchia cantina di Antonio, le sue antiche viti ed i suoi peri, ed ha distrutto  buona parte della macchia mediterranea e delle pinete lungo i sentieri  che da Castagnone si propagano verso Montepertuso, la Conocchia, Valle Pozzo e S.Maria del Castello, arrivando a minacciare anche alcune case della stessa Montepertuso, costringendo i suoi abitanti a fare veglie continue giorno e notte per 2 giorni.
Un incendio vastissimo, difficilmente riscontrabile nel recente passato della nostra montagna, ha distrutto in poche ore un habitat naturale creato dalla natura in decenni, e la ricrescita sarà resa molto più difficile anche dall’acqua salata e dalle sostanze ritardanti utilizzate per gli spegnimenti.
Il cuore della montagna è stato ferito, ma non si fermerà, passata l'emozione bisogna reagire, fare il lutto cittadino proposto su facebook dal parroco di Amalfi don Michele Fusco, originario di Positano, può essere utile per sensibilizzare l'opinione pubblica, ma non dobbiamo piangerci troppo addosso, bisogna reagire e ripartire, attraverso la ricostruzione, il rimboschimento, per farlo è inutile illudersi ci vogliono soldi e appoggio delle istituzioni.
E allora troviamo questi soldi nel modo che sappiamo fare meglio, se noi positanesi siamo ritenuti cosi bravi a fare "feste e festicciole", allora facciamola una grande festa per la montagna, per raccogliere i fondi, facciamo sentire la nostra voce che siamo vivi, un grande concerto dedicato alla montagna, una lotteria dove in palio non c'è il tavolino ma gli alberi da ripiantare, una mostra fotografica delle foto della montagna, con le foto in vendita, il ricavato per il rimboschimento, non piangerci sempre addosso ma agire e ripartire subito altrimenti ci resta solo il ricordo.
Le polemiche sulla gestione dell’incendio e sui costi lasciano il tempo che trovano ed il solito balletto di cifre mai verificabili, le indagini sulle cause dell’incendio spettano agli organi competenti, il nostro dovere è quello di rimboccarci le maniche se vogliamo lasciare qualcosa alle future generazioni che non sia qualche cartolina di come “era bella” la nostra montagna, ma gli dobbiamo lasciare non solo un bosco per fare le scampagnate, gli dobbiamo lasciare un modo di “vivere” e rispettare la montagna.
Giuseppe Di Martino

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