Quest’immagine scattata da
Raffaele VEP di Antonio di Castagnone nella sua casa, forse rappresenta l’emblema
di quello che l’incendio voleva distruggere, un mondo che sicuramente non
tornerà come prima se non tra molto tempo forse, se il clima non continua ad
essere cosi secco.
L’incendio, probabilmente doloso,
ha distrutto buona parte del bosco di Castagnole ( o Castagnone alla paesana, sulla
montagna che domina Positano nelle vicinanze di Montepertuso ) la vecchia
cantina di Antonio, le sue antiche viti ed i suoi peri, ed ha distrutto buona parte della macchia mediterranea e delle
pinete lungo i sentieri che da Castagnone
si propagano verso Montepertuso, la Conocchia, Valle Pozzo e S.Maria del Castello,
arrivando a minacciare anche alcune case della stessa Montepertuso,
costringendo i suoi abitanti a fare veglie continue giorno e notte per 2
giorni.
Un incendio vastissimo,
difficilmente riscontrabile nel recente passato della nostra montagna, ha
distrutto in poche ore un habitat naturale creato dalla natura in decenni, e la
ricrescita sarà resa molto più difficile anche dall’acqua salata e dalle
sostanze ritardanti utilizzate per gli spegnimenti.
Il cuore della montagna è stato
ferito, ma non si fermerà, passata l'emozione bisogna reagire, fare il lutto
cittadino proposto su facebook dal parroco di Amalfi don Michele Fusco,
originario di Positano, può essere utile per sensibilizzare l'opinione
pubblica, ma non dobbiamo piangerci troppo addosso, bisogna reagire e
ripartire, attraverso la ricostruzione, il rimboschimento, per farlo è inutile
illudersi ci vogliono soldi e appoggio delle istituzioni.
E allora troviamo questi soldi
nel modo che sappiamo fare meglio, se noi positanesi siamo ritenuti cosi bravi
a fare "feste e festicciole", allora facciamola una grande festa per
la montagna, per raccogliere i fondi, facciamo sentire la nostra voce che siamo
vivi, un grande concerto dedicato alla montagna, una lotteria dove in palio non
c'è il tavolino ma gli alberi da ripiantare, una mostra fotografica delle foto
della montagna, con le foto in vendita, il ricavato per il rimboschimento, non
piangerci sempre addosso ma agire e ripartire subito altrimenti ci resta solo
il ricordo.
Le polemiche sulla gestione dell’incendio
e sui costi lasciano il tempo che trovano ed il solito balletto di cifre mai
verificabili, le indagini sulle cause dell’incendio spettano agli organi
competenti, il nostro dovere è quello di rimboccarci le maniche se vogliamo lasciare
qualcosa alle future generazioni che non sia qualche cartolina di come “era
bella” la nostra montagna, ma gli dobbiamo lasciare non solo un bosco per fare
le scampagnate, gli dobbiamo lasciare un modo di “vivere” e rispettare la
montagna.
Giuseppe Di Martino
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